Terra e telai Sistemi di parentela e manifattura nel Biellese dell’Ottocento

Terra e telai

Sistemi di parentela e manifattura nel Biellese dell’Ottocento

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Nel giro di un trentennio, tra il 1850 e il 1880 circa, la zona di Mosso, una località a venti chilometri da Biella, a ridosso delle montagne, conobbe una duplice profonda trasformazione. In un primo tempo la lavorazione domestica dei panni di lana si concentrò negli opifici. In un secondo tempo i telai a mano vennero sostituiti dai telai meccanici. Franco Ramella ha ricostruito questo processo, analizzando fin dagli anni venti le trasformazioni e i conflitti sociali che l’accompagnarono. Pubblicato originariamente nel 1984, questo libro – un vero e proprio capolavoro della microstoria, di cui fu antesignano – non è semplice - mente un capitolo di storia della classe operaia, del movimento operaio o dell’industrializzazione italiana. Ponendo al centro della ricerca elementi di solito troppo trascurati, come la forza delle strutture comunitarie, il ruolo della terra come fonte di credito e di sussistenza, l’importanza dei piccoli produttori, Ramella ci offre un quadro che mette in discussione una serie di certezze o di luoghi comuni. Le lotte operaie sono inserite finalmente nelle strutture economiche, sociali, culturali che le resero possibili. Per questo, i protagonisti di questo libro sono, accanto alle vicende dei capi operai come Gioanni Sella detto il Bleu, dei crumiri come Giuseppe Torello, dei padroni e le loro mogli come Clementina Sella (cognata di Quintino), le peripezie conosciute da un piccolo podere, la Passera: ai tentativi, durati mezzo secolo, della famiglia Garbaccio Brut per rientrare in possesso della loro antica proprietà, Ramella dedica pagine non solo illuminanti ma narrativamente memorabili. Come osserva Giovanni Levi nella sua introduzione, la scelta di una scala circoscritta ha consentito a Ramella di dissociare elementi finora considerati come costituenti un tutto.

Book details

About the author

Francesco Ramella

Franco Ramella, scomparso nel 2020, è stato uno dei più innovativi storici contemporaneisti a livello europeo. Studioso della storia del lavoro nell’industrializzazione italiana nel corso dell’Otto e del Novecento e specialista delle migrazioni interne in Italia, ha fatto parte del gruppo di storia sociale raccolto attorno a Giovanni Levi, allora docente a Torino, che avrebbe dato vita alle pratiche della «microstoria». Nel 1981 ha avviato con la moglie Luciana Benigno un’ampia ricognizione internazionale sulle fonti per la storia dell’emigrazione biellese tra archivi e centri di documentazione negli Stati Uniti, in Argentina e in Francia.

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