Caruso Lucio Dalla e Sorrento. Il rock e i tenori

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Lucio Dalla e Sorrento. Il rock e i tenori

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Estate 1986. Seppure solo idealmente, Enrico Caruso e Lucio Dalla si incontrano a Sorrento «su una vecchia terrazza», proprio «lì dove il mare luccica e tira forte il vento».Ne nasce una canzone struggente e piena di intensità, che immediatamente coinvolge e travolge il pubblico di tutte le età; una canzone che solo pochi anni più tardi, grazie soprattutto alla formidabile interpretazione di Luciano Pavarotti, potrà vantare in tutto il mondo il primato della più popolare canzone italiana dagli anni settanta in poi. Tante sono state le versioni discografiche che la canzone ha raggiunto la cifra astronomica di trentotto milioni di copie vendute. Caruso uscì il 10 ottobre del 1986 come brano inedito dell’album «DallAmeriCaruso», il doppio live con la tournée americana di Dalla di sette mesi prima. Il viaggio «dall’America e ritorno» è la metafora attorno alla quale queste pagine costruiscono – tra aneddoti, curiosità e piccoli misteri – il senso del successo di Caruso, «canzone nella canzone», per la citazione di Dicitencello vuje, e canzone universale per la sua intrinseca capacità di ricucire passato e presente, arte «alta» e arte popolare, e di creare un punto di convergenza tra le grandi voci che nel tempo hanno reso il bel canto italiano – e in parte la tradizione napoletana – popolare in tutto il mondo. È così che Caruso, canzone classica per eccellenza, scala tutte le classifiche proprio nel momento in cui la musica mondiale è travolta dalla vertigine dei suoni sintetici e delle macchine elettroniche, diventando il brano che ogni artista deve cantare almeno una volta nella vita, benché si tratti di un formidabile banco di prova. Insidiosa sotto il profilo tecnico e interpretativo, Caruso è un test emotivo devastante: o si canta fino alla commozione – a patto che sia autentica – o è decisamente meglio evitare.

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