Condizioni politiche e amministrative in Sicilia

Condizioni politiche e amministrative in Sicilia

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Uno dei più alti esempi di indagine sociale della cultura italiana dell’Ottocento e il primo e più rilevante luogo d’origine di due cruciali «questioni» che tuttora connotano il dibattito civile sull’Italia contemporanea: la questione meridionale e la questione mafiosa. A questo ammontano le pagine che il giovane Franchetti scrisse alla fine del suo viaggio in Sicilia nel 1876, insieme a Sidney Sonnino. La realtà isolana era allora, infatti, al centro dello scontro politico in quanto luogo di massima tensione sociale e di più acuta recrudescenza delittuosa, tanto da indurre l’istituzione di una Giunta parlamentare d’inchiesta. Fu in questo contesto che i giovani Franchetti e Sonnino decisero di recarsi in Sicilia per condurre un’inchiesta privata, che non fosse vincolata dagli equilibri e dalle contingenze che potevano condizionare la Commissione ufficiale: insieme visitarono la regione e scrissero poi separatamente i due volumi dell’inchiesta (Franchetti sulle condizioni politiche e amministrative, Sonnino sui contadini). Il liberale Franchetti riteneva che la questione sociale, irresponsabilmente sottovalutata dalla classe politica governativa, avesse caratteri di estrema drammaticità, soprattutto nel Mezzogiorno. Il suo testo finisce così per fissare i caratteri essenziali di un giudizio sulle peculiarità della realtà meridionale che ha assunto con il passare del tempo la forza di una«verità indiscussa». La ricchezza e l’efficacia della descrizione si accompagnano a un intenso fervore politico e programmatico: sottrarre i meridionali ai loro nefasti gruppi dirigenti; imporre l’autorità dello Stato e il dominio della legge; riscattare «secondo la più essenziale ispirazione di ogni meridionalismo» il Mezzogiorno prima di tutto da se stesso.

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