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S’intende l’innocenza, stasera il suolo ci raggiunge, si sospetta della verginità ancora intatta. Amore non so, non voglio sapere se dalla via s’intravede la statua risorta.

Un libro di incontri e apparizioni tra le periferie cittadine nella continua, entusiasmante scoperta del mondo e di sé stessa. Anche grazie alla lunga esperienza di insegnamento nelle carceri, in questi versi amici e sconosciuti, poeti e poveri cristi, folli e braccati di ogni genere si aggirano per le strade e vengono colti nella loro essenza. Ed è un verso perentorio, luminoso, folgorante, capace di svelare mondi segreti con la forza di un’epifania, di unire all’improvviso cose che sembravano lontane e ora nella pagina si scoprono sorelle. Il libro si chiude con il poemetto La madre, storia di un aborto che diventa sfida al mondo intero, scommessa sul senso della vita e della morte, prodigio espressivo di una donna, Giovanna Sicari, che ha sempre chiesto tutto alla poesia e alla poesia ha consegnato sé stessa.

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Sull'autore

Giovanna Sicari

Giovanna Sicari (Taranto 1954-Roma 2003) è stata una delle voci più rappresentative della poesia italiana di fine Novecento; tra le sue raccolte poetiche, oltre al capolavoro Sigillo (uscito per la prima volta nel 1988 presso Crocetti) ricordiamo: Decisioni (Quaderni di Barbablù, 1986), Ponte d’ingresso (Rossi & Spera, 1988), Uno stadio del respiro (Scheiwiller, 1995), Roma della vigilia (Il Labirinto, 1999) e il postumo Epoca immobile (Jaca Book, 2004). Ha inoltre pubblicato La legge e l’estasi, sulla sua lunga esperienza di insegnante carceraria a Rebibbia (I Quaderni del Battello Ebbro, 1999) e Milano nei passi di Franco Loi (Unicopli, 2002), oltre ad aver curato il volume collettaneo La moneta di Caronte. Lettere e poesie per il terzo millennio (Spirali, 1993).

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