La scienza economica è fondata sul principio di scarsità dei fattori produttivi – lavoro, capitale, risorse naturali – che determina a sua volta la scarsità di beni e servizi producibili, e quindi la necessità di ottimizzare le scelte individuali, attraverso i meccanismi concorrenziali del mercato. Nel mondo contemporaneo, però, grazie agli enormi incrementi di produttività generati dal progresso tecnologico, lavoro e capitale sono sempre più abbondanti. Anche le risorse naturali non rinnovabili, oggettivamente limitate, possono essere utilizzate in modo più razionale, lungimirante e sostenibile, così da superarne la relativa scarsità. L’attuale crisi economica mondiale non è quindi determinata, come quelle del passato, da un’offerta inadeguata a soddisfare le necessità di tutti; al contrario, essa è generata da una domanda insufficiente ad assorbire tutta l’offerta potenziale, a causa della troppo disomogenea distribuzione di redditi e patrimoni. Di qui l’enorme, strutturale, aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile, in quasi tutto il mondo. Bisogna avere la volontà di cambiare i propri stili di vita, privilegiando la quantità rispetto alla qualità, e soprattutto perseguire una più equa ripartizione dei redditi e dei patrimoni. Di qui sorge la necessità di ripensare i presupposti teorici e morali su cui è fondata la scienza economica, per adeguarla alle nuove condizioni di potenziale, o già effettiva, abbondanza. Raggiungere la piena consapevolezza collettiva che tutto dipende dall’insieme dei nostri sforzi tesi al cambiamento: abbiamo la possibilità di offrire all’intera popolazione mondiale una vita migliore. Dipende solo da noi.
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Original text
Yes -
Language
Italian -
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Page count
144