«La vita, insieme agli altri, si sfoca, ma quando sono sola è incredibilmente preziosa, meravigliosa. Il dettaglio della vita: la vita della vita».
Se i racconti di Katherine Mansfield sono tra i più letti e amati della storia della letteratura, le sue scritture private restano ancora in buona parte sconosciute. Eppure, come nota Sara De Simone nel saggio introduttivo a questa raccolta, i diari di Mansfield rappresentano una via d’accesso privilegiata al suo universo umano e narrativo: leggerli significa «venire a contatto con la materia incandescente che sostiene e illumina tutta la sua opera». Recensendo la prima edizione del Journal, Virginia Woolf sottolineava come la lettura di queste pagine consentisse di assistere allo «spettacolo della mente» di una «scrittrice nata», una mente dotata di una «ricettività» fuori dal comune. Ciò su cui Mansfield punta incessantemente lo sguardo è «la vita della vita», espressione che usa per descrivere la trama pulsante di cui si compone l’esistenza, fin nelle sue più piccole fibre. Per l’autrice, ogni dettaglio del reale è materia di scrittura, ed è proprio il diario – interlocutore segreto, amico fidato, spazio di decantazione di racconti futuri – a recare testimonianza di questo riverbero costante tra l’io e il mondo. D’altra parte, il diario è anche il luogo in cui Mansfield ragiona su ciò che desidera dall’arte e dalla vita. Critica spietata di sé stessa e degli altri, la scrittrice intrattiene una relazione assoluta, talora feroce, con la verità. Per lei – così confessa, proprio in queste pagine – «ogni artista si taglia l’orecchio e lo appende fuori dalla porta, perché gli altri possano urlarci dentro». Ma questi appunti privati sono anche la storia di un’anima in continua evoluzione, nell’arco di vent’anni di esistenza: i primi amori, le scoperte, le delusioni, i viaggi, l’esperienza dolorosa della malattia, tutto confluisce in una narrazione intima, vivace, ironica, spesso impietosa. La selezione delle pagine più significative dei diari, accompagnate da brevi introduzioni narrative volte a raccontarne il contesto, fa emergere il ritratto autentico e in movimento di una donna e di un’artista capace di sottrarsi ai luoghi comuni del proprio tempo, di scegliere la propria strada e seguirla con coraggio, interrogandosi senza sosta e senza timore sul mondo e sull’umano.Book details
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Yes -
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Italian -
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Katherine Mansfield
Katherine Mansfield, nome d’arte di Kathleen Beauchamp, nasce in Nuova Zelanda nel 1888. A partire dal 1903 vive tra Londra e varie città d’Europa, pubblicando raccolte di racconti acclamate da critica e pubblico, come Felicità e La festa in giardino. Spirito libero e anticonformista, attraversa i salotti dell’epoca, tra cui quello di Bloomsbury, ammirata e temuta dai colleghi letterati. Muore di tubercolosi nel 1923, dopo essersi ritirata nell’Istituto per lo sviluppo armonico dell’uomo di Gurdjieff, a Fontainebleau. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo ed è comunemente riconosciuta come una delle più grandi autrici del Novecento.