Sulle mafie si consumano fiumi d’inchiostro. E tuttavia sono ancora poco conosciuti, sebbene di cruciale importanza, i meccanismi attraverso cui le organizzazioni criminali si inseriscono nei mercati leciti. In che modo accumulano capitali? Quanti di questi capitali derivano dalle tradizionali attività illegali? Quanto invece è rilevante il coinvolgimento in attività economiche legali? Quali soggetti entrano in affari con i mafiosi, che tipo di accordi si stabiliscono, e chi ne ricava i maggiori vantaggi? In questo volume sono presentati i risultati della prima indagine che affronta, empiricamente e in modo sistematico, i processi di compenetrazione fra le economie locali e le diverse organizzazioni criminali: Cosa nostra, ’ndrangheta, camorra. Viene così ricostruito un quadro delle tendenze in atto, che sono poi approfondite attraverso lo studio di specifici casi e contesti in Sicilia, Calabria e Campania. L’analisi copre un’ampia gamma di settori di attività: l’edilizia, gli appalti, le energie rinnovabili, la grande distribuzione commerciale, i trasporti, la sanità, le opere pubbliche, i rifiuti e il mercato del falso. Ovunque è emersa l’essenziale intermediazione di un’«area grigia» vasta e assai eterogenea, composta da professionisti, politici, imprenditori, tecnici e burocrati. La ricerca documenta come sia in crescita la schiera di soggetti che fanno affari all’ombra delle mafie. I rapporti di collusione non sono vantaggiosi soltanto per i mafiosi; anzi, spesso a trarne maggiore profitto sono proprio i loro complici, soci e alleati. Un’indagine a tutto campo che offre importanti materiali inediti per restituire linfa al dibattito e suggerire la messa a punto di più efficaci strumenti di contrasto.
Dettagli libro
-
Editore
-
Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
576 -
Argomento
Sull'autore
Rocco Sciarrone
Rocco Sciarrone insegna Sociologia delle mafie e Processi di regolazione e reti criminali presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, dove è direttore di Larco (Laboratorio di Analisi e Ricerche sulla Criminalità Organizzata) e condirettore del Centro «Luigi Bobbio» per la ricerca sociale pubblica e applicata.