Attenti caduta metafore

Attenti caduta metafore

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In Attenti caduta metafore riprende in proprio un tema già affrontato in passato firmando una raccolta di lucida consapevolezza stilistica e poetica in grado di assolvere in pieno all’intento programmatico di riconquista della memoria. Il confronto decisivo è quello tra la vita e la morte: “La vita è una, non ammette altro da sé, / se pure ti ha fatto pensarlo”. A dichiararlo è la voce di un io frantumato e consapevole del termine cui tende, dunque capace di vedere sé e l’altro - il proprio io ma anche l’io che potrebbe appartenere ad altri - dopo la fine. In un’unica mono-sezione di testi lirici, scorrono frammenti di vita vissuta nell’Italia degli ultimi venti-trent’anni: ricordi di scrittori del sud (Calogero) e di scritture lontane (Simone Weil, Baudelaire, Goethe); il volto di Adriano Sofri in cella; la seconda repubblica a fine millennio; gli amori privati e il blues che accompagna viaggi e paesaggi di una nazione “accorta e moderata”. Ma ciascuna delle ‘presenze’ che Renato Nisticò raccoglie in questo libro di versi è anche un pretesto per parlare in termini plurali della morte. O viceversa della vita attraverso la morte. Qualunque sia il verso in cui leggeremo Attenti caduta metafore la voce poetica del suo autore ci convincerà che vivere e scriverlo non sono stati un viaggio a vuoto:

I morti del muro non si sono aggiornati: i morti non si ammodernano mai. Eppure anche loro hanno una storia che ognuno di noi potrebbe narrare.

Dettagli libro

Sull'autore

Renato Nisticò

Renato Nisticò è nato in Calabria nel 1960. Ha studiato a Napoli, dopo una breve esperienza all’Università della Calabria, da dove sarebbe scaturito l’Arcavacante. Sempre all’UdC ha conseguito il dottorato, poi confluito in Nostalgia di presenze, sulla poesia di Sereni. Il primo libro di poesia si intitola Regno Mobile. Ha lavorato da bibliotecario alla Normale di Pisa.