In Attenti caduta metafore riprende in proprio un tema già affrontato in passato firmando una raccolta di lucida consapevolezza stilistica e poetica in grado di assolvere in pieno all’intento programmatico di riconquista della memoria. Il confronto decisivo è quello tra la vita e la morte: “La vita è una, non ammette altro da sé, / se pure ti ha fatto pensarlo”. A dichiararlo è la voce di un io frantumato e consapevole del termine cui tende, dunque capace di vedere sé e l’altro - il proprio io ma anche l’io che potrebbe appartenere ad altri - dopo la fine. In un’unica mono-sezione di testi lirici, scorrono frammenti di vita vissuta nell’Italia degli ultimi venti-trent’anni: ricordi di scrittori del sud (Calogero) e di scritture lontane (Simone Weil, Baudelaire, Goethe); il volto di Adriano Sofri in cella; la seconda repubblica a fine millennio; gli amori privati e il blues che accompagna viaggi e paesaggi di una nazione “accorta e moderata”. Ma ciascuna delle ‘presenze’ che Renato Nisticò raccoglie in questo libro di versi è anche un pretesto per parlare in termini plurali della morte. O viceversa della vita attraverso la morte. Qualunque sia il verso in cui leggeremo Attenti caduta metafore la voce poetica del suo autore ci convincerà che vivere e scriverlo non sono stati un viaggio a vuoto:
I morti del muro non si sono aggiornati: i morti non si ammodernano mai. Eppure anche loro hanno una storia che ognuno di noi potrebbe narrare.Dettagli libro
-
Editore
-
Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Argomento
-
Collana