Per l’inedita combinazione tra guerra e tecnica, la prima guerra mondiale rappresenta una vera e propria svolta epocale nel XX secolo: nel volgere di pochi anni, un numero impressionante di straordinarie invenzioni modifica radicalmente non solo lo stile di vita e i comportamenti collettivi, ma anche la concezione e la pratica stessa della guerra. Nella Grande guerra si uccide da lontano. Per questo, se diventa sempre più normale veder morire le persone, è nello stesso tempo sempre più difficile vederle nel momento in cui le si uccide. È in questo contesto che muta anche la vita al fronte, caratterizzata dall’angoscia dell’assalto alle trincee nemiche protette da muri di filo spinato e mitragliatrici, dai bombardamenti incessanti e da una disciplina militare spietata. Alla solidarietà tra soldati e ufficiali, si affianca e si contrappone così il dramma degli ammutinamenti e dell’autolesionismo. Ma non c’è soltanto la prima linea. Ci sono anche le retrovie, c’è il «fronte interno». E ci sono tutti coloro che sono stati rapidamente «dimenticati» dalla storia: i civili delle zone di frontiera, i prigionieri di guerra nei campi di internamento, i soldati mutilati o sfigurati nel corso dei combattimenti. Per tutto questo, la Grande guerra, prima «guerra totale», rappresenta un vero e proprio «laboratorio» del Novecento che, se da una parte accelera la modernizzazione dell’intera società europea, dall’altra anticipa alcuni elementi che rendono pensabili, e di lì a poco realizzabili, i regimi totalitari. Da quel momento, il volto del mondo non è stato più lo stesso.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
288 -
Argomento
Sull'autore
Angelo Ventrone
Angelo Ventrone insegna storia contemporanea all’Università di Macerata. Studioso di movimenti sociali, di comunicazione e violenza politica, con Donzelli ha pubblicato Il nemico interno. Immagini e simboli della lotta politica nell’Italia del ’900 (2005), Grande guerra e Novecento. La storia che ha cambiato il mondo (2015) e nel 2019 ha curato L’Italia delle stragi. Le trame eversive nella ricostruzione dei magistrati.